Il Corallo di Alghero - Marogna Alghero Corallo

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Il Corallo di Alghero

Il Corallo





Il corallo (corallium rubrum) è stato utilizzato dall'uomo sin dall' antichita' come monile prezioso e carico di virtu' magiche.
Sulla sua natura furono formulate le ipotesi piu diverse e fantasiose.

Si pensava a un magico vegetale marino che induriva a contatto dell' aria, un minerale con forma vegetale e tra le tante leggende che ne spiegano la nascita, forse quella che si rifa' al mito di Medusa, il mostro che pietrificava col suo orrendo sguardo gli esseri viventi, è la piu suggestiva.

Dalla testa mozzata di Medusa, portata in trionfo dall'eroe greco Perseo, che volava sul mare cavalcando il cavallo alato Pegaso, stillo' del sangue che pietrificando a contato dell' acqua diede vita ai rami rossi di corallo.

La natura animale del corallo è stata dimostrata solo in tempi relativamente recenti, nel 1723, dal biologo Peyssonet.


Il corallo forma colonie che hanno l'aspetto di rametto o piantina (polipai) di colore variabile tra il rosa pallido e il rosso scuro, dotate di scheletro interno; L' unita' morfologica della colonia è il polipo che ha forma cilindrica con all' estremita' una apertura boccale attorno alla quale vi sono 8 tentacoli molto sottili e mobili la cui funzione è la cattura del cibo.

L' alimentazione del corallo è costituita da piccole prede che vengono paralizzate dai tentacoli che sono ricchi di cellule urticanti.

I polipi che formano la colonia, pur essendo singoli individui, sono tutti in reciproca comunicazione indiretta tramite tubi gastrodermici che si trovano sotto il cenosarco, che non è altro che una massa comune viva che ricopre tutta la colonia e lo scheletro che la sostiene, facendo fuoriuscire solo le porzioni orali dei polipi dando l' impressione di fiorellini bianchi impianteti su un ramo.


La nascita di un ramo di corallo avviene dapprima per via sessuale, uova espermatozoi rilasciati dalla colonia danno origine a un singolo polipo che una volta impiantato su una roccia inizia la formazione della nuova colonia tramite una fase assesuale, la gemmazione; Il singolo individuo si scinde in 2 individui uguali che si saldano l' un l' altro tramite cellule calcaree e cosi via a formare la nuova colonia.

Il colore dei componenti schelettrici determinera' il colore della colonia che è composta prevalentemente da carbonato di calcio.

Gli elementi di valutazione di un buon corallo sono lo spessore, il colore e la compattezza che lo caratterizzano.

Nel nostro mare è possibile osservare colonie di corallo a profondita' di solo 7-15 metri ma gli esemplari necessari per la lavorazione si possono trovare solo a grandi profondita', oltre i 100 metri


In tempi relativamente recenti la comunita' europea ha correttamente proibito l'uso dell' "ingegno" uno strumento di pesca primitivo che provocava danni gravissimi nell'ambiente marino in cui veniva utilizzato.


Questo strumento consisteva in due assi di legno lunghe ciascuna circa 5 metri, che vanno a formare una croce alle cui estremita' vengono agganciate gruppi di reti lunghe fino a 35 metri.
La barca trascinando sul banco di corallo questo pesantissimo attrezzo effettuava la pesca spezzando e  strappando i coralli dalle loro sedi e imbrigliandolo nelle reti grazie al fatto che essendo il corallo molto ramificato si impigliava facilmente.
Questo sistema permetteva di pescare a profondita' di 200-250 metri ma come è facilmente intuibile e come si è gia' detto costituiva un vero flagello per i banchi di corallo e per l'intero eco-sistema marino.  



Si pensi, che nei periodi di massima pescosita', arrivavano in Sardegna flotte composte anche da 400 barche; si puo' avere un idea dello sfruttamento sregolato e distruttivo dei banchi corallini.
La presa di coscienza ecologica sul corallo ha portato a una serie di leggi per la sua tutela e la Regione Sardegna è in prima linea su questo fronte con leggi severissime che tendono alla salvaguardia e alla valorizzazione di uno dei suoi patrimoni naturali piu' preziosi e rinomati nel mondo.

In seguito alla Regione Sardegna anche la CEE, nel 1994, con una direttiva ha vietato l'imbarco e l'uso dell'ingegno o di attrezzi similari.


Ecco a grandi linee in cosa consiste la regolamentazione della pesca:


1)  La pesca viene effettuata solo ed esclusivamente da subacquei muniti di piccozza.

2)  La Regione sardegna concede poche licenze di pesca, circa 30, e le barche che la richiedono devono essere iscritte obbligatoriamente al compartimento marittimo della Sardegna.
Nel caso che le richieste siano superiori alle 30 licenze concesse, si stilla una graduatoria che tiene conto della anzianita' e della professionalita' dei pescatori.

3)  Per ogni imbarcazione è consentita la presenza di massimo 2 subacquei che operano la pesca sul fondale.

4)  Ogni subacqueo presente sull'imbarcazione puo' pescare un massimo giornaliero di 4 kg di corallo ne deriva che ogni imbarcazione puo' pescare al massimo 8 kg di corallo al giorno in condizioni metereologiche ottimali.


5)  Il corallo pescato deve avere un diametro alla base di almeno 10 mm ma sul 30% di tutto il pescato è consentito un diametro alla base minore...ma mai inferiore agli 8mm.


6)  Una volta pescato il corallo non deve essere issato immediatamente a bordo, ma deve essere tenuto in mare in apposite reti a maglia larga in modo da permettere che le cellule riprodutive del corallo, trasportate dalle correnti marine, vadano a costituire nuovi banchi corallini.

7)  Gli equipaggi delle imbarcazioni sono tenuti a rispettare fermi biologici temporanei su tutta la costa che durano dal 15 novembre al 1 maggio; In piu' sono previsti tratti di costa che, a rotazione,  rimangono interdetti alla pesca per periodi che possono arrivare anche ai 15 anni, permettendo cosi' la creazione e la ripopolazione di nuovi banchi di corallo.

9)  Alla consegna delle licenze di pesca (che vengono assegnate annualmente) viene fornito all'imbarcazzione una sorta di diario di bordo che dovra' essere compilato durante l'anno di pesca e in seguito riconsegnato alle autorita' alla fine.               
       
Nel  "diario di pesca"  il commandante dell' imbarcazione deve annotare la scoperta di nuovi banchi di corallo, la loro consistenza, la qualita' , le coordinate per individuarlo, le modalita' di pesca , la quantita' e la qualita' del pescato.
Si cerca in questo modo di passare da una pesca indiscriminata e distruttiva a una pesca mirata e intelligente che permette, oltre a tutelare il corallo esistente, di monitorare costantemente la sua presenza nei nostri mari e di promuoverne lo studio e la ricerca.


Il corallo di Alghero, città di lingua e tradizione catalana in Sardegna, è conosciuto come tra i più pregiati del Mediterraneo per la particolare fama di quantità, qualità, compattezza e soprattutto per il colore rosso rubino, tanto da rimarcare uno degli aspetti economici più importanti del territorio, chiamato anche Riviera del Corallo, e della città, e da avere nel suo stemma un ramo del pregiato corallo rosso su una base di roccia. Per il particolare abbinamento alla gioielleria ed all'artigianato orafo prende anche il nome di oro rosso,

 
 
 
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